Ferie, bonus e diritti: vittoria per i docenti precari

Una nuova e significativa pronuncia in favore dei docenti precari arriva dal Tribunale di Lecco: con una sentenza destinata a fare – appunto – scuola, due insegnanti con contratto a tempo determinato hanno ottenuto un risarcimento di 5.500 euro a testa per ferie non godute, oltre al riconoscimento del diritto alla Carta del docente.

La sentenza rappresenta un nuovo, importante passo avanti nel percorso di equiparazione dei diritti tra docenti di ruolo e supplenti. Un tema da tempo al centro del dibattito giurisprudenziale e politico, che finalmente comincia a tradursi in risultati concreti per migliaia di lavoratori della scuola.

Ferie non godute: una prassi illegittima

Il cuore della controversia riguarda la prassi, adottata in molte scuole italiane, di considerare i periodi di sospensione delle lezioni come ferie obbligatorie per i docenti precari. Una consuetudine contestata da tempo perché ritenuta contraria alla normativa europea in materia di lavoro.

Il Tribunale di Lecco ha ora riconosciuto l’illegittimità di tale pratica, dando ragione alle insegnanti che hanno promosso il ricorso e aprendo così la strada a nuovi contenziosi da parte di altri docenti nella stessa situazione contrattuale.

Carta del docente: accesso esteso anche ai supplenti

Un altro elemento centrale della sentenza è l’estensione del diritto alla Carta del docente. Fino a oggi, i 500 euro annui destinati all’aggiornamento professionale erano riservati esclusivamente ai docenti di ruolo. I giudici lecchesi hanno stabilito che anche gli insegnanti a tempo determinato hanno diritto pieno a questo strumento, in linea con i principi di non discriminazione e pari trattamento tra lavoratori.

Una giurisprudenza in evoluzione

Quella di Lecco non è un caso isolato. Solo poche settimane fa, il Tribunale di Lodi aveva emesso una sentenza analoga, riconoscendo quasi 15.000 euro di risarcimento a un altro docente precario, sempre per ferie non godute e accesso negato alla Carta.

Questi pronunciamenti vanno a rafforzare un orientamento giurisprudenziale sempre più favorevole ai lavoratori precari della scuola, confermando che la discriminazione contrattuale non può giustificare un trattamento economico o professionale penalizzante.

Cosa significa questa sentenza per i docenti precari?

La sentenza del Tribunale di Lecco apre scenari importanti:

  • Possibilità di presentare ricorsi analoghi per ottenere risarcimenti sulle ferie maturate e non godute;

  • Accesso alla Carta del docente anche da parte di supplenti con incarichi annuali o di lunga durata;

  • Rafforzamento del principio di parità di trattamento tra lavoratori con contratti diversi, in linea con la normativa europea.

Verso una scuola più giusta

Questa nuova vittoria giudiziaria rappresenta un tassello fondamentale nel cammino verso una scuola più equa, in cui il lavoro dei docenti sia valorizzato a prescindere dalla tipologia contrattuale. Un monito chiaro anche per il legislatore, chiamato ora a intervenire per armonizzare definitivamente i diritti tra precari e di ruolo, mettendo fine a disuguaglianze che durano da troppo tempo.


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