Di anni dal reato ne sono passati tanti – in un caso 10, in un altro addirittura 15 – ma alla fine la sentenza, e l’inevitabile visita dei carabinieri alla porta di casa, è comunque arrivata. Sono finiti così in carcere due uomini residenti nella zona di Frosinone, responsabili di casi di violenza sessuale risalenti a diversi anni fa.
Se nel primo caso, infatti, i reati – commessi in provincia di Frosinone – risalivano al periodo tra il 2014 e il 2016, nel secondo – con reati commessi in provincia di Piacenza – bisogna addirittura risalire agli anni dal 2009 al 2011 e dal 2018 al 2019. Una vita, o quasi, fa.
Le forze dell’ordine hanno dato esecuzione a due provvedimenti restrittivi emessi dalla Procura della Repubblica, così da permettere l’espiazione della pena residua – rispettivamente – di cinque anni e sei mesi e cinque anni e due mesi di reclusione.
Due vicende che, nonostante l’età avanzata dei due protagonisti, hanno alla fine trovato compimento dopo essersi trascinate per anni nella aule di giustizia. Ma che rimangono emblematiche, e sufficienti per spiegare – in poche parole – in cosa consista, oggi, il problema delle lungaggini e dei ritardi nell’amministrazione della giustizia. Specie pensando al vissuto delle vittime, costrette ad attendere anni per assistere all’epilogo dovuto e così chiudere un capitolo personale doloroso e difficile.
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