Con l’arrivo dell’estate, molti cittadini si ritrovano a fare i conti con una situazione sempre più diffusa: spiagge interamente occupate da stabilimenti balneari, cartelli di divieto, barriere fisiche, accessi chiusi. Ma davvero per raggiungere il mare bisogna sempre pagare?
La risposta è no: il mare è un bene pubblico e l’accesso alla battigia deve essere garantito a tutti. Tuttavia, non mancano eccezioni che è importante conoscere.
Stabilimenti e spiagge
Gli stabilimenti balneari possono offrire servizi a pagamento come ombrelloni, lettini o docce. Tuttavia, non possono impedire il semplice passaggio verso il mare, né riservare tutta la spiaggia all’uso esclusivo dei clienti paganti. La battigia – ovvero la fascia di 5 metri dalla riva – è sempre di uso pubblico. Deve rimanere libera e accessibile.
Le eccezioni
Quanto detto resta valido nella maggior parte dei casi, ma ci sono situazioni particolari in cui possono esistere restrizioni:
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Norme regionali e ordinanze locali: alcune Regioni o Comuni possono stabilire, in presenza di specifiche esigenze (di sicurezza, ambientali o organizzative), limiti al libero accesso o percorsi obbligati.
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Aree private o di difficile accesso: se il litorale è raggiungibile solo attraversando proprietà private, il discorso si complica. In questi casi, il diritto di transito non è automaticamente garantito e possono sorgere controversie giuridiche sulla legittimità dell’accesso.
In ogni caso, resta fermo il principio che il mare e la battigia non possono diventare proprietà privata.
Cosa può fare il cittadino
In presenza di abusi o limitazioni non giustificate:
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Si può segnalare il caso alla Polizia Locale o alla Capitaneria di Porto, che ha competenza sul demanio marittimo.
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È consigliabile documentare la situazione (foto, luogo, orario) e rivolgersi anche alle autorità per eventuali verifiche.
Un diritto da conoscere e da rispettare
Accedere al mare non può essere un privilegio. È un diritto sancito dalla legge, ma da esercitare nel rispetto delle norme locali e della proprietà altrui. Conoscere i propri diritti – e i limiti che possono essere legittimamente previsti – è il primo passo per godere del mare in modo consapevole e corretto!
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