Dalla Cassazione un’altra sentenza storica sugli autovelox

Di grande interesse la pronuncia della Cassazione su uno dei temi più caldi del Paese: quello relativo agli autovelox approvati ma non omologati. Tema di cui si discute ormai da tempo ma su cui, ora, sembra essere arrivata una parola ulteriormente chiarificatoria da parte della Suprema Corte.

Stavolta la Cassazione – con la sentenza n. 10365 – non si è limitata a confermare la differenza tra approvazione e omologazione, già nota e riconosciuta in passato, ma è arrivata ad avallare il sequestro preventivo di tutti i dispositivi privi di omologazione, sottolineando come l’articolo 142, comma 6, del Codice della Strada riconosca come prova valida per accertare le violazioni dei limiti di velocità solo gli autovelox omologati.

La pronuncia ha riguardato il caso di un imprenditore, accusato – per l’appunto – di aver fornito autovelox approvati ma non omologati e riconosciuto colpevole di frode. Si legge nella sentenza:

La frode, poi, si configura quando la fornitura è diversa, in sé o per qualità, rispetto a quella stabilita: sussiste dunque il fumus del reato perché alla conclusione del contratto gli apparecchi sono presentati come conformi mentre fin dall’inizio non sono funzionali all’obiettivo istituzionale perseguito dalla pubblica amministrazione“.

Parole chiarissime, che possono comportare conseguenze significative: per gli automobilisti colpiti da sanzioni tramite autovelox, infatti, ora c’è un ulteriore precedente cui appellarsi in caso di ricorso!


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