LA SCUOLA PARITARIA PAGA L’IMU SE LA RETTA NON È SIMBOLICA

Una recente pronuncia della Cassazione (n. 6501/2024), ha affrontato lo spinoso argomento dell’obbligo di pagamento dell’IMU per gli istituti paritari.

Il nuovo modello di dichiarazione IMU per gli enti non commerciali, conferma la rilevanza del costo medio per studente relativamente alle attività didattiche. In particolare, nella seconda parte del quadro B, dedicato all’«Attività didattica», è prevista l’indicazione del Cm, vale a dire il corrispettivo medio percepito dall’ente non commerciale e quella del Cms, vale a dire il costo medio per studente pubblicato sul sito internet del ministero dell’Istruzione e del merito, e dell’Università e della ricerca; per il dipartimento delle Finanze, costituisce il parametro di riferimento per verificare il rispetto del requisito di cui alla lettera c), comma 3, dell’articolo 4 del Dm 200/2012, secondo cui l’attività deve essere svolta a titolo gratuito o dietro versamento di corrispettivi di importo simbolico.

Il ministero e la Cassazione

Il ministero dell’Istruzione e del merito, proprio ai fini della verifica del parametro di cui al Dm 200/2012, ha recentemente pubblicato i dati relativi al costo medio per studente, relativamente all’anno scolastico 2023/2024, in 6.497,58 euro per la scuola dell’infanzia, 7.777,98 euro per la scuola primaria, 6.321.70 euro per la scuola secondaria di primo grado e infine 7.163,00 euro per la scuola secondaria di secondo grado.

Tuttavia la Cassazione non condivide il criterio del costo medio sostenendo che si deve fare riferimento solo a quanto stabilito dal Dm 200/2012, riferito all’attività svolta a titolo gratuito o dietro versamento di corrispettivi di importo simbolico e tali da coprire solamente una frazione del costo effettivo del servizio; questo è quello che è stato sancito dalla sentenza n. 6501/2024, che ha respinto il ricorso di un istituto religioso ritenendo dovuta l’IMU 2015 per la gestione di una scuola paritaria che prevedeva il pagamento di una retta di 1.900 euro annuali, di gran lunga inferiore al costo medio indicato dalle istruzioni ministeriali. Seguendo il ragionamento della Cassazione, se la retta supera il 50% del costo del servizio l’attività è certamente commerciale e l’IMU va quindi pagata, mentre al di sotto del 50% occorre effettuare una valutazione puntuale, non potendo applicare meccanicamente un parametro stabilito in via generale.

Un contenzioso ad alto rischio

Le scuole paritarie si troverebbero pertanto a gestire un contenzioso ad altissimo rischio soccombenza, alla luce dell’ormai consolidato orientamento di legittimità, che interpreta in maniera restrittiva il parametro indicato dal Dm 200/2012, l’unico applicabile. L’esito negativo per gli enti non commerciali sarebbe scontato in caso di retta superiore al 50% del costo del servizio, mentre qualche chance per mettere in sicurezza l’esonero dall’IMU ci sarebbe in caso di retta al di sotto del 50%, esaminando in concreto come viene esercitata l’attività e verificando, soprattutto, che la retta applicata sia simbolica o irrisoria.


Lo Studio Legale Rienzi si occupa da quasi 50 anni di diritto: le conoscenze e l’esperienza maturata nel corso degli anni ne fanno una delle boutique Law Firm più prestigiose del Paese. In entrambe le sedi di Roma e Milano, è in grado di attivare un team integrato di professionisti che possono offrire una consulenza completa per ogni eventuale necessità. In caso ci sia necessità di una consulenza, è possibile contattarci direttamente sul web oppure tramite il numero 0637353066.