Ti hanno multato? Controlla l’autovelox

Una nuova e importante pronuncia della Corte di Cassazione torna a far luce su un tema che abbiamo affrontato in passato: la validità delle sanzioni elevate mediante autovelox non regolarmente omologati.

Secondo quanto stabilito dalla Corte, i verbali emessi tramite apparecchiature non omologate sono da considerarsi illegittimi. Non basta, infatti, la semplice approvazione amministrativa: l’omologazione tecnica è requisito essenziale affinché le rilevazioni della velocità siano considerate prove valide ai sensi dell’art. 142, comma 6 del Codice della Strada.

Omologazione e approvazione

È fondamentale distinguere tra approvazione e omologazione. La prima è una generica autorizzazione all’uso, mentre la seconda certifica che il dispositivo rispetta precisi standard tecnici e normativi. La Cassazione ha chiarito che solo autovelox debitamente omologati possono legittimamente accertare le violazioni dei limiti di velocità.

Questo orientamento riceve oggi un’ulteriore conferma giurisprudenziale, aprendo nuovi spazi di intervento per i cittadini.

Come tutelarsi

Nel caso in cui si riceva una multa per eccesso di velocità, è opportuno verificare se il dispositivo utilizzato sia stato regolarmente omologato. In assenza di tale requisito, la sanzione può essere contestata. Il termine per proporre ricorso al Giudice di Pace è di 30 giorni dalla notifica del verbale.

Va ricordato, tuttavia, che le multe già pagate non possono essere rimborsate, salvo casi particolari.

Per chi fosse coinvolto in un caso di illecita rilevazione della velocità rimane quindi indispensabile ottenere supporto legale qualificato per la contestazione della sanzione non conformi.

La legalità prima di tutto

Il rispetto della legalità non è solo un principio astratto, ma un fondamento concreto della fiducia tra cittadini e istituzioni. Ogni provvedimento sanzionatorio deve poggiare su basi certe e strumenti conformi alla legge. Diversamente, si rischia di trasformare un atto amministrativo in un’ingiustizia.

L’uso di strumenti non omologati mina questo equilibrio, trasformando il Codice della Strada da strumento di tutela collettiva a possibile fonte di contenzioso e sfiducia. È dunque indispensabile che le pubbliche amministrazioni siano le prime a garantire trasparenza, correttezza e rispetto delle procedure previste. Solo così si può mantenere un rapporto sano e costruttivo tra autorità e cittadini!


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