Una storica sentenza dal Tribunale del Lavoro di Parma in materia di violenze e molestie sessuali in teatro, reiterate e seriali, commesse durante i provini e le lezioni.
Il responsabile sarebbe un regista, docente di un corso di specializzazione organizzato da un ente di formazione (accreditato dalla Regione Emilia-Romagna). L’impossibilità di procedere penalmente a causa del ritardo nella denuncia (oltre un anno) non ha limitato l’attività del Tribunale del Lavoro, che il 25 giugno scorso ha emesso una sentenza definita da molti “storica”, di 48 pagine, accertando che le molestie sessuali sono “classificabili come discriminazioni” la cui responsabilità ricade anche sullo stesso ente di formazione, responsabile di non aver “esercitato un’adeguata vigilanza“. Per il Tribunale infatti la tutela in questi casi si estende anche agli ambiti della formazione professionale (e non solo a quelli del lavoro dipendente).
La sentenza ha incassato l’entusisatica approvazione della Consigliera di Parità regionale e potrebbe avere effetti dirompenti in un settore già da tempo alle prese con il problema delle molestie sessuali. Come noto, infatti, negli ultimi anni sono state diverse le denunce di violenze nel mondo dello spettacolo, e il principio affermato in questo caso – ovvero, in sintesi, che sia responsabile anche chi non previene e non combatte questo tipo di azioni – è destinato a rivoluzionare i criteri di gestione di teatri e luoghi di spettacolo, irrobustendo la sicurezza e la serenità delle attrici coinvolte.
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