Con una “clamorosa” ordinanza pubblicata nei giorni scorsi la Corte di Cassazione interviene a gamba tesa sul settore delle riparazioni auto. Bacchettando di fatto le compagnie di assicurazioni che spingono i propri clienti a rottamare l’automobile in caso di incidente quando il costo delle riparazioni supera il valore commerciale della vettura.
In un caso dove il danneggiato aveva richiesto “una somma pari quasi al doppio del valore del veicolo” ha infatti chiarito che, pur dovendo “tener conto della necessità di non sacrificare specifiche esigenze del danneggiato a veder ripristinato il proprio mezzo”, il limite per il risarcimento individuato dai Giudici è che non vi sia un aumento di valore del veicolo. Nello specifico la Cassazione ha stabilito che “va considerato che il danneggiato può avere serie e apprezzabili ragioni per preferire la riparazione alla sostituzione del veicolo danneggiato e che una piena soddisfazione delle sue ragioni risarcitorie può comportare un costo anche notevolmente superiore a quello della sostituzione”.
Fino a oggi invece le compagnie di assicurazioni, che peraltro usano listini con valori commerciali dell’usato del tutto errati e sbilanciati al ribasso, spingevano i propri assistiti a non procedere con le riparazioni ma a preferire appunto, la rottamazione, facendo leva sul valore relativo dell’automobile usata.
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