MONTE ARGENTARIO: I SOCI DELLA MARINA DI CALA GALERA DIFFIDANO SINDACO E ASSESSORI E ANNUCIANO UNA CAUSA PER DANNI DA 30 MILIONI DI EURO
STOP AD APPELLO CONTRO SENTENZA TAR TOSCANA. DELIBERA VARATA IN SPREGIO DELLE LEGGI, POSSIBILE DANNO ERARIALE ED ESPOSTO A CORTE DEI CONTI
Dopo la sentenza del Tar della Toscana che ha accolto il ricorso contro la decisione del Comune di Monte Argentario di bloccare la proroga della concessione per il Porto di Cala Galera, i soci della marina rappresentati da Comitas e difesi dallo Studio Rienzi hanno presentato oggi una formale diffida al Sindaco Francesco Borghini e a tutti i consiglieri e gli assessori comunali, in cui si chiede di bloccare immediatamente qualsiasi ricorso in appello al Consiglio di Stato avverso la decisione del tribunale amministrativo. La delibera comunale che dispone l’impugnazione della sentenza del Tar risulta infatti illegittima e potrebbe determinare un danno erariale a carico della collettività. Danno che nella diffida viene quantificato in non meno di 30 milioni di euro.
Si legge nella diffida inviata dai soci assistiti dallo Studio Rienzi:
“la sopracitata delibera così come assunta dalla Giunta del Comune di Monte Argentario, appare illegittima e pertanto idonea ad arrecare gravi danni ai Soci ed alla Società. La Delibera di incarico sopra citata, per essere validamente assunta, avrebbe dovuto essere sottoposta all’esame dell’intero Consiglio Comunale e non della sola Giunta, come avvenuto nel caso di specie. Non vi è dubbio infatti che la delibera, in quanto destinata a ripercuotersi su una concessione, rientra nelle materie di spettanza del Consiglio Comunale ai sensi dell’art 42, lett. l) TUEL.
In secondo luogo, la deliberazione in oggetto merita di essere censurata per motivazione insufficiente, perplessa e contraddittoria. La Giunta comunale, nel disporre l’incarico legale de quo, non solo non ha fornito alcuna idonea motivazione circa le ragioni (di fatto e di diritto) su cui fondare l’appello, ma per di più, sembra non aver tenuto in corretto conto le motivazioni che sorreggono la decisione del Tar. Ed infatti, si legge nella delibera che la necessità di procedere all’appello risiede “nella volontà di questa Amministrazione di confermare e ribadire in sede di appello dinanzi al Consiglio di Stato le ragioni e le motivazioni di interesse pubblico che hanno determinato l’adozione del provvedimento dirigenziale per cui è causa”. Invero è doveroso rammentare che la sentenza del Tar Firenze non è stata affatto motivata sul piano dell’assenza del requisito della carenza dell’interesse pubblico all’esercizio del potere di autotutela – come vorrebbe far credere l’Amministrazione nella propria deliberazione – ma ha avuto al contrario ad oggetto il superamento del termine dei 18 mesi, che di per sé fa venir meno quello stesso potere. Sotto questo profilo, dunque, la delibera di incarico come sopra individuata, in quanto fondata su una motivazione errata e contraddittoria, potrebbe determinare l’insorgere di una responsabilità erariale per il danno causato dall’ illegittima assegnazione dell’incarico professionale”.
Per di più la delibera adottata in piena stagione estiva determina la fuga degli utilizzatori del porto e un enorme danno alla economia e all’indotto cittadino e, per tale motivo, i soci e Studio Rienzi hanno diffidato Comune, assessori e consiglieri a ritirare immediatamente la delibera che dispone l’incarico legale per il ricorso d’appello al Consiglio di Stato, e hanno inviato una istanza anche alla Corte dei Conti della Toscana affinché verifichi se la decisione dell’amministrazione abbia determinato danni sul fronte erariale.
Intanto sul sito www.studiorienzi.it si può leggere la diffida e le istruzioni per i soci che vogliono aderire alla difesa nel giudizio di appello dinanzi al Consiglio di Stato.