45.000 euro di risarcimento per la morte del cane: “Danno morale”

Una recente sentenza del Tribunale di Fermo ha riconosciuto un risarcimento di oltre 45.000 euro per la morte di Keeran, un giovane cane colpito da un cacciatore durante una battuta. La decisione costituisce un precedente rilevante in tema di responsabilità civile per danni causati agli animali d’affezione.

Un colpo senza preavviso

L’episodio risale a gennaio 2023, in località Torchiaro, nel comune di Ponzano di Fermo. Il cane Keeran, un Lupino del Gigante di appena un anno e mezzo, si trovava insieme agli altri cani sul terreno privato della sua proprietaria, un’educatrice cinofila. Il cacciatore – scambiandolo per un cinghiale – ha esploso il colpo di fucile, e provocato all’istante la morte dell’animale.

Secondo quanto risulta dai resoconti, Keeran era un cane affettuoso ed educato: era impiegato per addestrare altri cani, ma soprattutto faceva parte integrante della vita familiare. Il colpo è stato sparato senza che fosse stata data alcuna comunicazione dell’attività venatoria in corso, e senza alcun preavviso. Il comportamento del cacciatore è stato quindi ritenuto gravemente imprudente.

Un risarcimento che riconosce il legame affettivo

Il risarcimento disposto dal Tribunale ammonta a 45.100 euro più le spese legali, e tiene conto non solo del danno patrimoniale ma soprattutto di quello non patrimoniale, ai sensi dell’articolo 2059 del Codice Civile. Il giudice ha infatti riconosciuto il forte legame affettivo tra la proprietaria e l’animale, assimilabile – per intensità – a quello che si instaura con un familiare.

Si tratta di una valutazione in linea con l’orientamento più recente della giurisprudenza, che tende a valorizzare la natura relazionale e affettiva degli animali da compagnia. Anche altre decisioni hanno riconosciuto il danno morale derivante dalla perdita ingiusta di un animale.

Il civile colma il vuoto

La particolarità del caso Keeran è che il procedimento penale – che avrebbe comportato anche il ritiro del porto d’armi – avviato nei confronti del cacciatore è stato archiviato, come spesso accade in episodi di questo tipo. Tuttavia, l’azione civile ha consentito alla proprietaria di ottenere un riconoscimento concreto e simbolico della sua perdita. È una dinamica che dimostra come, anche in assenza di una condanna penale, il diritto civile possa offrire tutela reale ed efficace.

Un monito per le assicurazioni

La sentenza ha implicazioni importanti anche sul piano delle responsabilità assicurative. La quantificazione elevata del danno apre interrogativi sull’adeguatezza delle coperture esistenti, e sulla necessità di includere stabilmente il danno morale tra i rischi coperti dalle assicurazioni. Anche in questo caso si tratta di una tendenza già emersa in casi analoghi, riguardanti la perdita di animali da compagnia per cause imputabili a terzi.

Il valore degli animali

La sentenza di Fermo è significativa non solo per l’importo liquidato, ma soprattutto per il principio che riafferma: gli animali sono parte integrante delle relazioni affettive e della vita familiare. Per gli studi legali che si occupano di danno non patrimoniale e tutela degli animali, questa pronuncia rappresenta un riferimento importante. Un passo avanti nella direzione di un diritto sempre più attento alle istanze della società contemporanea.


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