Amianto killer: oltre un milione di risarcimento

Un milione e 100mila euro: è questa l’entità del risarcimento riconosciuto alla famiglia di un “coadiutore tecnico” della Marina Militare (che per anni aveva lavorato all’interno di basi e su imbarcazioni). Il Tribunale civile di Lecce lo ha stabilito al termine del processo di primo grado sul decesso – per adenocarcinoma polmonare, a 52 anni – dell’uomo.

I fatti: tutti i testimoni ascoltati hanno confermato il contatto quotidiano con l’amianto da parte dell’uomo, di professione manutentore e pertanto abituato a frequentare strutture e mezzi navali della Marina. E anche una perizia tecnico-scientifica ha confermato la plausibilità del nesso causale tra attività lavorativa e malattia contratta.

Forte di queste conferme, il giudice ha ritenuto che l’esposizione a massicce quantità di amianto, senza misure di isolamento e/o strumenti di protezione individuale, abbia causato la patologia (adenocarcinoma polmonare) e la conseguente morte dell’uomo. Il Ministero della Difesa, secondo i giudici, “non avrebbe fornito la prova liberatoria, richiesta ai fini dell’esonero da responsabilità, e non ha dimostrato di aver attuato le misure e le cautele necessarie al fine di preservare l’integrità psicofisica e la salute del lavoratore“. Ora il risarcimento finirà alla moglie e alle figlie dell’uomo, dopo una battaglia legale durata anni.


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