Un’interessante sentenza è originata dalla vicenda che ha visto protagonista un pensionato di 73 anni, residente a San Casciano Val di Pesa, vittima nel 2021 di un sofisticato attacco di phishing – una truffa informatica condotta via e-mail o SMS – che gli è costato 18.039 euro.
Il messaggio segnalava infatti una presunta anomalia sul conto e invitava l’uomo a cliccare su un collegamento per risolvere il problema: detto, fatto, in questo modo i truffatori sono entrati in possesso delle credenziali del conto, da cui hanno prelevato la somma citata con diverse operazioni. Solo il giorno successivo l’uomo ha scoperto di essere truffato: ma, nonostante la denuncia del pensionato, Poste Italiane ha rifiutato il rimborso, sostenendo che la responsabilità fosse tutta del pensionato.
Tuttavia, la terza sezione civile del tribunale di Firenze ha stabilito che Poste Italiane non aveva adottato tutte le misure necessarie per proteggere il cliente dall’attacco e l’uomo ha ottenuto giustizia: Poste Italiane è stata condannata a risarcirlo per l’intera somma sottratta.
Si legge nella sentenza:
“La responsabilità di Poste Italiane sarebbe stata esclusa solo se l’azienda avesse dimostrato di aver implementato tutte le misure necessarie per prevenire il danno“.
La decisione si allinea a una precedente sentenza della Cassazione (23683/2024) e rappresenta una grande vittoria per i consumatori.
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