Il Tribunale del Lavoro di Palermo ha respinto il ricorso di un docente di Storia e Filosofia, confermando la sospensione disciplinare di tre giorni senza stipendio. Il caso riguarda il rimprovero a una studentessa che indossava un crocifisso capovolto dichiarandosi “satanista”. L’insegnante, nel chiedere spiegazioni, le aveva suggerito di nascondere il simbolo e aveva collegato la scelta a un recente omicidio rituale avvenuto ad Altavilla Milicia. Per il giudice, questo intervento è risultato lesivo della dignità dell’alunna e ha superato i limiti del ruolo educativo, assumendo carattere offensivo.
La sentenza
La sentenza, oltre a confermare la sospensione, ha condannato il professore al pagamento di 3.000 euro di spese legali. Secondo il tribunale, il richiamo a fatti di cronaca violenti non era pertinente e ha mortificato la studentessa davanti alla classe.
Il caso ha sollevato reazioni contrastanti. L’Associazione Internazionale degli Esorcisti ha denunciato il rischio che criticare il satanismo venga interpretato come discriminazione, mentre esponenti politici hanno parlato di decisione “sconcertante”, paventando una deriva che potrebbe limitare la libertà di espressione dei docenti.
Al di là delle polemiche
Al di là delle polemiche, la vicenda apre un interrogativo profondo sul rapporto tra libertà religiosa degli studenti, autorità degli insegnanti e laicità della scuola italiana. La sfida resta quella di garantire il pluralismo senza sacrificare il rispetto della persona, evitando che il conflitto tra simboli e sensibilità individuali diventi terreno di scontro anziché occasione di dialogo educativo.
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