Il tragico incidente sulla via Cristoforo Colombo a Roma, costato la vita alla ventenne Beatrice Bellucci, ha scosso l’opinione pubblica e riacceso il dibattito sull’omicidio stradale. La giovane, a bordo di una Mini, è rimasta coinvolta in uno scontro con una Bmw guidata da un ventenne, su cui ora si concentrano le indagini.
Secondo quanto emerso, gli investigatori stanno acquisendo i filmati delle telecamere di sorveglianza lungo tutto il tratto stradale per chiarire la dinamica dei fatti. Tra le ipotesi al vaglio – sostenuta da un testimone – vi è anche quella di una gara clandestina tra due auto, una delle quali si sarebbe poi allontanata dopo lo scontro (eventualità che il protagonista smentisce). Ma c’è anche l’ipotesi di una gara “estemporanea”, tra due coppie di amici che correvano tra loro.
Se dovesse emergere che la Bmw fosse impegnata in una corsa (di qualsiasi genere) non autorizzata, potrebbe configurarsi anche il reato previsto dall’articolo 9-ter del Codice della Strada, che vieta di “gareggiare con veicoli a motore”. La norma punisce la partecipazione a competizioni non autorizzate con la reclusione da 1 a 3 anni, ma se dalla gara derivano lesioni o la morte di una persona, la pena può arrivare fino alla reclusione da 6 a 12 anni.
Cos’è l’omicidio stradale
L’omicidio stradale, introdotto nel 2016, è un reato autonomo che punisce chi, violando il Codice della Strada, causa la morte di una persona. L’articolo 589-bis del Codice Penale stabilisce pene differenziate in base alla gravità della condotta:
- Reclusione da 2 a 7 anni per chi causa un incidente mortale per colpa generica;
- Da 5 a 10 anni se è in stato di ebbrezza media (tra 0,8 e 1,5 g/l) o commette violazioni gravi come eccesso di velocità, guida contromano, passaggio con il rosso o sorpassi pericolosi;
- Da 8 a 12 anni se il conducente è sotto l’effetto di droghe o in stato di ebbrezza grave (oltre 1,5 g/l);
- Fino a 18 anni se muoiono più persone o ne muore una e altre restano ferite.
In caso di fuga dopo l’incidente, la pena può aumentare fino a due terzi, con revoca automatica della patente e divieto di conseguirne una nuova per almeno 15 anni.
Il valore della sicurezza stradale
Tragedie come quella di Beatrice Bellucci ricordano quanto la prudenza alla guida sia una responsabilità collettiva. Ogni anno, sulle strade italiane, si verifica una strage causata da distrazione, velocità o abuso di sostanze, e le norme – pur severe – non bastano da sole a fermare un fenomeno che richiede anche educazione, controlli e consapevolezza. Solo una vera cultura della sicurezza stradale può prevenire nuove tragedie e restituire valore alla vita di chi non c’è più.
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