DoNotPay, la piattaforma digitale che offre assistenza legale tramite un chatbot (presentato come “il primo avvocato robot al mondo”), ha accettato di versare 193.000 dollari alla Federal Trade Commission (FTC) per chiudere la controversia relativa all’accusa di affermazioni ingannevoli sui servizi legali promessi dalla piattaforma. La FTC accusava in sostanza la compagnia tech di non aver mai verificato che il suo chatbot avesse acquisito competenze legali reali, non assumendo avvocati per sviluppare o supervisionare il prodotto e mettendo così in discussione la legittimità delle sue affermazioni promozionali.
“I dipendenti di DoNotPay non hanno testato la qualità e l’accuratezza dei documenti generati dalla maggior parte delle funzioni legali del servizio. DoNotPay non ha mai assunto avvocati o esperti con competenze legali per testare la qualità delle sue funzioni”
Oltre al pagamento della sanzione di 193.000 dollari, DoNotPay si è impegnata inviare una comunicazione a tutti gli utenti che hanno utilizzato il servizio tra il 2021 e il 2023, avvertendoli delle limitazioni del chatbot. Inutile aggiungere che, da adesso in poi, le affermazioni non supportate circa la capacità di sostituire l’assistenza legale con l’intelligenza artificiale sono assolutamente sconsigliate..
Il riassunto della vicenda è chiaro: il chatbot non è un avvocato e non può essere spacciato come tale. La piattaforma lanciata nel 2015 da Joshua Browder non disponeva – secondo la FTC – delle competenze necessarie per fornire servizi legali affidabili, nonostante l’abbonamento richiesto ai clienti. Si è perciò limitata a offrire assistenza legale insufficiente, basata principalmente su correlazioni statistiche tra le parole: niente a che vedere con le “capacità paragonabili (se non addirittura superiori) a quelle di un avvocato umano” propagandate da qualcuno..
Il caso è però utile per approfondire il discorso relativo all’applicazione dell’AI nel settore legale. La vicenda deve servire a mettere in guardia, anche dalle nostre parti, di fronte a promesse irrealistiche: in assenza di limiti e regolamentazioni il sogno di rendere l’assistenza legale più accessibile può trasformarsi in un incubo per i clienti, persone o aziende che siano.
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