Il caso su cui il Supremo Consesso amministrativo è stato chiamato a pronunciarsi con sentenza del 23 ottobre u.s. ha come protagonista un Professore dell’Università di Trieste, unico caso in Italia di mancata conferma in ruolo quale professore associato reiterata per oltre 20 anni e finalmente conseguita grazie ad una storica sentenza del TAR Friuli Venezia Giulia ottenuta dallo Studio Rienzi nel 2015.
Il Consiglio di Stato, nella pronuncia in commento, è stato invece chiamato a decidere sulle domande risarcitorie formulate dal professore a ristoro dei pregiudizi subiti alla propria carriera professionale, alla propria immagine e alla propria salute, oltre che sul danno patrimoniale connesso al mancato guadagno come professore associato.
Ebbene, il Consesso amministrativo, in rigetto dell’appello proposto dall’avvocatura dello Stato e in accoglimento dell’appello incidentale proposto dal professore, assistito dall’Avv. prof. Carlo Rienzi, ha in primis confermato la sentenza impugnata in tema di danno patrimoniale, costituito dalle differenze retributive, contributive, previdenziali e pensionistiche maturate dal Professore per effetto della disposta “conferma, ora per allora, del prof. …. nel ruolo dei professori associati”.
Quanto, poi, al danno non patrimoniale, ha accolto il motivo di appello incidentale incentrato sulla non adeguata liquidazione contenuta nella sentenza del TAR Friuli Venezia Giulia, liquidando al client un danno “nella misura complessiva di € 60.000,00, oltre accessori di legge...L’aspetto interiore del danno, va liquidato in via equitativa nella misura di €10.000,00, oltre accessori di legge”.
Infine, il Consiglio di Stato ha accolto anche il secondo motivo di appello incidentale relativo al mancato riconoscimento del danno biologico, inteso come lesione della integrità psico-fisica del ricorrente, ritenendo all’uopo necessario un approfondimento istruttorio, con la seguente motivazione: “Il danno biologico necessita di un fondamento medico-legale e va risarcito sulla base della prova scientifica, rigorosa ed oggettiva, dell’invalidità e del suo nesso causale con la condotta illecita. Il ricorrente ha fornito depositato in atti una relazione medica nella quale si deduce che la sofferenza transeunte iniziale si sarebbe poi trasformata in danno biologico psichico (…). Il giudice di prime ha omesso di pronunciarsi sul punto. Ritiene invece il Collegio sia necessario disporre una verificazione”.
Si tratta di una sentenza senza precedenti in punto di condanna al risarcimento del danno dell’amministrazione universitaria per illiceità commesse nell’ambito di un concorso pubblico, amministrazione che si troverà costretta a sborsare oltre duecento mila euro in favore di un professore che dopo oltre 20 anni di processi – grazie all’assistenza legale dello Studio Rienzi – ha finalmente ottenuto giustizia.
In allegato il testo del provvedimento