Codice della Strada: dubbi della Cassazione sui test antidroga

Una sentenza della Cassazione mette in discussione alcuni degli elementi portanti del nuovo Codice della Strada entrato in vigore il 14 dicembre 2024. In particolare, dubbi sono emersi riguardo l’alterazione psicofisica e i test antidroga previsti dalla legge voluta da Matteo Salvini.

In sintesi, la Cassazione – con una pronuncia relativa, è bene specificarlo, a fatti avvenuti nel periodo della precedente normativa – ha contestato in particolare un aspetto della riforma: la scelta di rendere sufficiente un test antidroga positivo per incriminare il conducente, senza la necessità di verificarne la lucidità e la reale capacità di guidare.

Si legge nella sentenza:

A rilevare non è la condotta di chi guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti, bensì quella di colui che guida in stato di alterazione psicofisica determinato da tale assunzione“.

Nonostante la vicenda risalga a febbraio 2021 la Corte ha infatti ribadito l’importanza di accertare l’effettiva alterazione psicofisica al momento della guida: da questo punto di vista l’analisi del sangue è da preferire a quella delle urine, visto che consente di accertare direttamente la presenza (e l’effetto) di stupefacenti.

Ancora dalla sentenza:

Gli esami ematici hanno un’affidabilità di gran lunga maggiore, rilevando la presenza di sostanze che, al momento dell’accertamento, per il fatto di essere in circolazione nel sangue, sono suscettibili di provocare lo stato di alterazione richiesto dalla norma incriminatrice, come pure più volte evidenziato da questa Corte (per l’affermazione secondo cui l’esame ematico, a differenza di quello delle urine, ha una valenza probatoria prossima alla certezza quanto all’attualità degli effetti di alterazione dati dal principio attivo assunto)“.

Ancora un elemento di interesse: i giudici hanno sottolineato la necessità, per valutare l’effettiva alterazione psicofisica del guidatore coinvolto, di un controllo globale del suo comportamento. La coordinazione dei movimenti, l’eloquio e lo stato emotivo della persona sono quindi elementi da valutare da parte delle forze dell’ordine.


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