In caso di bolletta esageratamente alta, deve essere il fornitore a dimostrare che il contatore funzioni correttamente. Ecco cosa ha stabilito la sentenza 25542/2024 emanata della Corte di Cassazione (terza sezione civile).
Il principio che emerge è chiarissimo e avrà conseguenze significative su una moltitudine di casi: in caso di contestazione di una bolletta – energia elettrica o gas – l’onere di dimostrare il corretto funzionamento del contatore in modo ricade sulla società fornitrice. Così, almeno, quando si tratta di addebiti troppo alti.
Da qui il passaggio in Cassazione. Lo scorso 24 settembre gli ermellini si sono pronunciati: se la contestazione della bolletta riguarda un addebito eccessivo, spropositato, deve essere sempre il fornitore a dover dimostrare che il contatore funziona correttamente. L’utente – secondo la Suprema Corte – ha comunque degli obblighi: deve dimostrare che gli elevati consumi contestati non dipendano da suoi comportamenti scorretti e/o negligenti ed è tenuto a dimostrare l’ammontare dei consumi (luce o gas) effettuati nel periodo contestato, ma può farlo grazie al dato statistico relativo alle fatture precedenti. E, qualora riesca a dimostrare che la bolletta riporta consumi eccessivi rispetto alla precedente lettura del contatore, il giudice ha la facoltà di annullare la stessa – cancellando ogni addebito..
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