Una sentenza della Cassazione – la n. 24950 del 24 settembre 2024 – ha chiarito che per percepire l’APE sociale non è un requisito fondamentale aver percepito la Naspi.
Secondo i giudici delle Suprema Corte, per l’accesso alla prestazione, occorre solo trovarsi in stato di disoccupazione, indipendentemente dall’aver percepito l’indennità (ma fermo restando la cessazione della NASPI nel caso in cui l’interessato l’abbia fruita). In questo modo, la Cassazione ha accolto la tesi di una lavoratrice che si era vista negare la prestazione proprio per la mancata, preventiva riscossione della NASPI.
La Suprema Corte, respingendo il ricorso dell’Inps, ha affermato il principio “che il diritto all’APE sociale, in applicazione dell’articolo 1, comma 179, legge n. 232 del 2016, richiede – tra gli altri requisiti uno stato di disoccupazione in capo al beneficiario, ma non postula che lo stesso abbia anche beneficiato dell’indennità di disoccupazione, prevedendo soltanto che, ove l’interessato abbia beneficiato della detta indennità, la stessa sia cessata“.
Da questa decisione possono derivare effetti significativi: l’interpretazione fornita dalla sentenza della Cassazione allarga infatti la platea dei beneficiari, includendo anche lavoratori che hanno ricevuto il rigetto della propria domanda in passato. Tuttavia è presto per cambiare vittoria: affinché cambi lo scenario, infatti, bisognerà aspettare il momento in cui l’Inps recepirà la sentenza..
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